
A Palazzo Bonaparte il grido interiore di Munch
di Mara Cella
MUNCH. Il grido interiore approda a Palazzo Bonaparte. A distanza di oltre 20 anni dall’ultima mostra dedicata a Munch nella Città Eterna - in occasione del Giubileo e del 25° anniversario dalla nascita di Arthemisia - arriva un’importantissima monografica dedicata a Edvard Munch, con ben 100 opere provenienti dal Munch Museum di Oslo.
Una retrospettiva eccezionale che ci immerge nell'universo tormentato e geniale di uno dei più grandi artisti del Novecento.
Questo pomeriggio la visita ufficiale del Presidente Mattarella e della Regina Sonia di Norvegia darà il via alla mostra che sarà visitabile dall'11 febbraio al 2 giugno 2025.
Può dirsi la più grande mostra mai realizzata prima su Edvard Munch (1863 -1944) che viene celebrato con questo imponente progetto espositivo con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, in collaborazione con il Museo Munch di Oslo.
Un modo per svelare aspetti meno noti e sfaccettature dell'artista norvegese dell' "Urlo" ma che è molto di più con il suo viaggio artistico ed esplorazione profonda dell'animo umano, come egli stesso diceva: "Attraverso la mia arte ho cercato di spiegare a me stesso la vita e il suo significato, ma anche di aiutare gli altri a comprendere la propria.”
Dunque la mostra vuole essere una scoperta della sua visione con uno sguardo più ampio ma anche una chiave ulteriore per il disvelamento del proprio universo interiore.
MUNCH. Il grido interiore approda a Palazzo Bonaparte. A distanza di oltre 20 anni dall’ultima mostra dedicata a Munch nella Città Eterna - in occasione del Giubileo e del 25° anniversario dalla nascita di Arthemisia - arriva un’importantissima monografica dedicata a Edvard Munch, con ben 100 opere provenienti dal Munch Museum di Oslo.
Una retrospettiva eccezionale che ci immerge nell'universo tormentato e geniale di uno dei più grandi artisti del Novecento.
Questo pomeriggio la visita ufficiale del Presidente Mattarella e della Regina Sonia di Norvegia darà il via alla mostra che sarà visitabile dall'11 febbraio al 2 giugno 2025.
Può dirsi la più grande mostra mai realizzata prima su Edvard Munch (1863 -1944) che viene celebrato con questo imponente progetto espositivo con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia a Roma, in collaborazione con il Museo Munch di Oslo.
Un modo per svelare aspetti meno noti e sfaccettature dell'artista norvegese dell' "Urlo" ma che è molto di più con il suo viaggio artistico ed esplorazione profonda dell'animo umano, come egli stesso diceva: "Attraverso la mia arte ho cercato di spiegare a me stesso la vita e il suo significato, ma anche di aiutare gli altri a comprendere la propria.”
Dunque la mostra vuole essere una scoperta della sua visione con uno sguardo più ampio ma anche una chiave ulteriore per il disvelamento del proprio universo interiore.
In tutta la sua carriera Munch - che si definiva "un anatomopatologo dell'arte" - è stato un grande sperimentatore, che ha saputo utilizzare numerose forme di espressione: dalla pittura classica al cinema, dall'incisione alla fotografia, il suo lavoro ha mantenuto una straordinaria coerenza ed un potere evocativo ancora oggi estremamente contemporaneo. Ha esplorato temi come l'amore, la morte, il dolore e il "self help" ovvero la sua automedicina, dandone la sua personale interpretazione.
Fra le opere esposte anche paesaggi accomunati dalla sua personale e innovativa costruzione dello spazio: le prospettive irregolari di Munch sono spesso definite da elementi architettonici che proiettano il nostro sguardo all'interno dei suoi quadri. Accade con la balaustra nel dipinto Sugli scalini della veranda, con il viale nel Muro di casa al chiaro di luna o con la staccionata in Le ragazze sul ponte (in foto). Sono elementi che invitano ad entrare nella scena e partecipare all'emozione che la pervade. Dopo aver studiato con attenzione la grande tradizione rinascimentale nei suoi viaggi in Italia, dopo aver assorbito le novità dirompenti del Postimpressionismo di Cezanne, Gauguin e Van Gogh e dopo aver interagito con la generazione emergente degli Espressionisti, Munch esplora costantemente una libertà controllata in cui regole geometriche e cromatiche inedite, che prendono forma nelle sue pennellate ampie e decise, assumono un potere straordinario.
Fra le opere esposte anche paesaggi accomunati dalla sua personale e innovativa costruzione dello spazio: le prospettive irregolari di Munch sono spesso definite da elementi architettonici che proiettano il nostro sguardo all'interno dei suoi quadri. Accade con la balaustra nel dipinto Sugli scalini della veranda, con il viale nel Muro di casa al chiaro di luna o con la staccionata in Le ragazze sul ponte (in foto). Sono elementi che invitano ad entrare nella scena e partecipare all'emozione che la pervade. Dopo aver studiato con attenzione la grande tradizione rinascimentale nei suoi viaggi in Italia, dopo aver assorbito le novità dirompenti del Postimpressionismo di Cezanne, Gauguin e Van Gogh e dopo aver interagito con la generazione emergente degli Espressionisti, Munch esplora costantemente una libertà controllata in cui regole geometriche e cromatiche inedite, che prendono forma nelle sue pennellate ampie e decise, assumono un potere straordinario.
La sua ricerca costituisce la premessa per la nascita delle avanguardie che nel XX secolo porteranno gli artisti a cercare soluzioni sempre più radicali, spesso non apprezzate dal pubblico nell'immediato ma destinate a diventare strumenti d'eccezione per raccontare le nostre emozioni più profonde e le icone del modernismo.