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La Casa del Cinema celebra Luchino Visconti

La Casa del Cinema celebra Luchino Visconti

di Mara Cella

Ieri alla Casa del Cinema si è svolto un evento speciale dedicato a Luchino Visconti con la toccante presentazione  del volume “Luchino Visconti – Epistolario 1920-1961”, a cura di Caterina d’Amico de Carvalho e Alessandra Favino (Edizioni Cineteca di Bologna). Il grande cineasta è raccontato attraverso le sue lettere, quelle scritte e quelle ricevute nel corso di una carriera che ha segnato in maniera indelebile l’arte, lo spettacolo e il cinema del Novecento. A parlarne con il pubblico le autrici insieme al regista Marco Tullio Giordana, a Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna ed editore del volume e a Paola Malanga, Direttrice Artistica della Festa del Cinema di Roma. 

La curatrice Caterina D’Amico ha spiegato: “Abbiamo voluto pubblicare tutto in ordine cronologico in modo che diventasse una sorta di biografia per comprendere fino in fondo lo sviluppo di un carattere, di una carriera e capire le radici di certi rapporti. Ma nell’ampio epistolario donato alla Fondazione dalla sorella c’erano solo le lettere ricevute da Visconti, così è iniziata la nostra caccia in archivi pubblici e privati alla ricerche delle sue lettere inviate. “

Un lavoro da archeologi o detective da cui emerge una costellazione di personaggi incredibili ed affascinanti che facevano parte della fervida scena culturale italiana, del cinema, del teatro e del percorso professionale e di vita di Luchino Visconti.

“In queste epistole su evince un amore tale per il teatro, per il cinema, per l’arte e  per il fare in genere che commuove letteralmente. Ognuna di queste lettere getta un seme che può germogliare...” ha sottolineato la curatrice.

Ben 892 pagine ( e ne seguiranno altrettante con il secondo volume).
Un libro a strati che tiene l’attenzione del lettore sempre molto alta.

“Che non va letto tanto come una biografia ma piuttosto come un ritratto della società italiana. Comprendiamo così un fermento culturale unico. Le relazioni ci parlano di un intreccio fra teatro, poesia, letteratura e cinema in cui tutti i progetti avevano un senso ed un nesso. Per questo il libro ci fa venire una grande nostalgia. È un modello: perché se è successo allora può ( e deve ndr) succedere ancora oggi” ha concluso Caterina D’Amico.

L'ampia platea di intervenuti ha poi assistito alla proiezione di una delle opere più celebri di Visconti - Rocco e i suoi fratelli - nella sua versione integrale.
Uno sconvolgente capitolo del cinema italiano pesantemente perseguitato dalla censura dell’epoca.
Una magia che solo il cinema sa regalare che va preservata. Viva il cinema.