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Autummo 2015

GLI EQUILIBRI NEL MONDO

Un primo bilancio sull’EXPO, che in quanto esposizione mondiale dedicata alla nutrizione è una cartina al tornasole di come sta andando il pianeta, si può giudicare positivo, se analizziamo il numero di visitatori ed i commenti sulle iniziative collaterali. La vera sfida però inizierà quando si spegneranno le luci dell’Albero della Vita: cambierà qualcosa in questo folle pianeta?
Ora che gli equilibri mondiali sono stati sconvolti da una larga serie di fenomeni (dall’epocale emigrazione dall’Africa allo sconvolgimento delle economie internazionali, dalle guerre religiose al razzismo crescente) vi è da chiedersi se, in futuro, sarà possibile assicurare a tutta l’umanità non solo una alimentazione sana, sufficiente e sostenibile (era l’obiettivo dell’EXPO), ma anche un briciolo di umanità nell’affrontare il problema di una più corretta distribuzione dei beni e il rispetto dei diritti umani.
I segnali attuali non sono positivi, anzi, in molti casi mostrano il contrario.
Siamo di fronte al più grave esempio di complessità. Dee Hock afferma che tutti i sistemi complessi hanno una caratteristica comune: sono situati in una zona che sta tra l’ordine e il disordine, definita Edge of chaos (l’orlo del caos). La vita al margine del caos richiede flessibilità, disposizione al cambiamento, innovazione, creatività. Richiede soprattutto la fusione armonica di due concetti: il caos e l’ordine. È stato anche creato un neologismo per definire questo approccio: caord.
Agire in modo caordico significa mescolare armoniosamente caratteristiche di competizione e cooperazione, proprio quello che dovrebbe avvenire per risolvere i fenomeni prima citati.
Quando le luci dell’EXPO si spegneranno bisognerà creare un incontro mondiale non più solo sull’alimentazione ma sulla saggezza umana, intangibile materia oggi in via di rarefazione e prossima alla scomparsa.

ENRICO COGNO

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